Scuole sicure, Regioni protagoniste nell’adeguamento sismico degli Istituti

Le Regioni non possono aspettare. Entro il prossimo 2 agosto, infatti, i Piani Regionali d’Intervento sull’adeguamento antisismico degli edifici scolastici dovranno essere presentati al Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR) che, successivamente, selezionerà i progetti da finanziare coi mutui della Banca Europea degli Investimenti (BEI). La programmazione unica triennale di edilizia scolastica – prevista dal decreto del MIUR del 3 gennaio 2018 – sarà finanziata con un fondo pari a 1.7 miliardi di euro. Circa 900 milioni euro saranno spalmati sulle annualità 2018-2019, mentre i restanti 700 milioni saranno spesi nel corso del 2020.
Nel frattempo, la Campania non sta a guardare. La Giunta regionale ha iscritto a bilancio risorse del POR/FESR 2014/2020 pari a 29 milioni di euro per la realizzazione di interventi di edilizia scolastica.

L’obiettivo
L’obiettivo è unico: dare la possibilità agli enti locali di riconoscere e programmare interventi sull’adeguamento degli edifici scolastici nel Belpaese. Grazie all’intesa raggiunta con la BEI, le Regioni avranno la possibilità di stipulare mutui con oneri a carico dello Stato. La BEI – sulla base del protocollo sottoscritto – provvederà allo stanziamento di circa 1.3 miliardi di euro che si cumuleranno, di fatto, al residuo di 400 milioni della precedente programmazione. La Cassa Depositi e Prestiti, successivamente, utilizzerà queste risorse per la concessione dei finanziamenti: tutti fondi destinati a interventi individuati e programmati da Comuni, Province e Città Metropolitane sulla base di specifiche graduatorie predisposte dalle Regioni stesse.
Intanto in Campania, in attesa dei Piani Regionali d’Intervento, il percorso sembra essersi già favorevolmente avviato. La Giunta regionale infatti – nella seduta del 10 aprile scorso – ha approvato la delibera con cui iscrive a bilancio risorse del POR/FESR 2014/2020 pari a 29 milioni di euro per la riqualificazione degli edifici scolastici regionali in termini di efficientamento energetico, sicurezza, accessibilità e connettività.

Le priorità
Le Regioni devono dare priorità, nell’ordine, agli interventi di adeguamento sismico – o di nuova costruzione – per sostituzione degli edifici esistenti, a misure finalizzate all'ottenimento del certificato di agibilità delle strutture, interventi per l'adeguamento alla normativa antincendio – previa verifica statica e dinamica dell'edificio – e ampliamenti o nuove costruzioni per soddisfare specifiche esigenze scolastiche.
Nell'ambito delle priorità d’intervento, inoltre, le Regioni dovranno individuare gli enti beneficiari. Nella valutazione si dovrà tener conto, tra le altre, degli interventi sugli istituti scolastici di secondo grado, del completamento dei lavori già in cantiere, del numero della popolazione scolastica beneficiaria dell’intervento, della sostenibilità nonché dei piani di razionalizzazione della rete scolastica. Le Regioni possono individuare ulteriori priorità d’intervento sulla base delle necessità e specificità territoriali.

Gli esclusi dai finanziamenti
Non sono ammessi a finanziamento gli interventi relativi a edifici scolastici – ricadenti nelle zone 1 e 2, caratterizzate da pericolosità sismica elevata – per i quali l’ente non si sia impegnato a effettuare la verifica di vulnerabilità sismica entro i termini dettati dal comma 4 dell’art. 20-bis del D.L. 8/2017 “o comunque” si legge nel testo del MIUR “non oltre la data del decreto di autorizzazione di cui all'art. 1, comma 3, del presente decreto”. Sono escluse, inoltre, tutte le misure che prevedano la sistemazione a verde o dell’arredo urbano delle aree di pertinenza.

I tempi
Entro 120 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto interministeriale – dunque entro il prossimo 2 agosto – i Piani Regionali dovranno essere trasmessi al MIUR. Entro 60 giorni dalla data di trasmissione, il Ministero predisporrà nel dettaglio la Programmazione Nazionale 2018-2020. Le aggiudicazioni provvisorie dovranno necessariamente concludersi entro 365 giorni – un anno – dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto di autorizzazione all'utilizzo delle risorse. Dunque, gli enti locali non devono far altro che tenersi pronti: tra pochi mesi, infatti, saranno pubblicati i primi bandi regionali.

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