Plastic Road, quando la plastica riciclata si fa strada

Strade realizzate con la plastica riciclata: è utopia? No, è la nuova frontiera dell’eco-asfalto. Brevettata dall’azienda scozzese MacRebur, la brillante idea dell’ingegnere Toby McCartney è già realtà nel quartiere di Enfield, a Londra (intervento pilota di Green Dragon Lane). E, proprio in questi giorni, l’amministrazione londinese vorrebbe estenderne la sperimentazione. Le chiamano, in gergo, “Plastic Road”: con un procedimento che sostituisce pellet polimerici a una parte del bitume nella miscela, la start-up scozzese garantisce strade caratterizzate da un aumento di resistenza alla trazione, alla deformazione e alla rottura, insieme a una migliore reologia e adesione. In altre parole, il manto stradale creato con la ricetta di McCartney sembra essere fino al 60% più resistente del comune asfalto e in grado di durare fino a dieci volte tanto.

Un mix di plastiche riciclate
Per ogni tonnellata di asfalto vengono impiegati dai tre ai dieci kg di plastica riciclata, utilizzata come collante al posto del tradizionale bitume (prodotto ottenuto dai combustibili fossili). I pellet polimerici – rifiuti di plastica – battezzati con il nome di MR6, sono un agglomerato di polimeri accuratamente selezionati e specificatamente progettati per migliorare la resistenza e la durata dell’asfalto. Nel processo di produzione dell’eco-asfalto vengono miscelati, in maniera tradizionale, con roccia di cava e una ridotta quantità di bitume.
Prima degli interventi sul quartiere di Enfield, a Londra, la MacRebur si era già occupata dell’asfaltatura di diversi tratti stradali. In uno dei più famosi, sull’autostrada A7 nel Lake District, è stato recuperato l’equivalente di circa 500 mila bottiglie di plastica.

L’idea che parte dall’Olanda
Due anni fa la Kws – società del gruppo edilizio olandese VolketWessel – ha progettato un manto stradale costituito di strutture modulari 100% riciclate: costruite in fabbrica e successivamente trasportate sul luogo di posa, si incastrano tra loro e possono essere facilmente sollevate e sostituite per favorire gli interventi di manutenzione. In più, questi moduli prevedono lo spazio per il passaggio sotterraneo di tubazioni e cavi elettrici (sottoservizi). Come nel caso della MacRebur, anche il prodotto della società Kws sembrerebbe essere più resistente alla corrosione di quanto non lo sia il suo competitor tradizionale, l’asfalto.

La ‘querelle’ tutta italiana sulla seconda e terza vita dei rifiuti
Rifiuti: sono un’opportunità o, piuttosto, un problema? Alle nostre latitudini, la risposta è semplice. Mentre nei Paesi anglosassoni c'è molta più elasticità nella gestione dei materiali recuperati, nel Belpaese si resta legati a tutta una serie di iter autorizzativi che soltanto ora, l'Europa, sta cercando di normare in maniera uniforme. Perché garantire una seconda o terza vita a questi materiali di scarto, è possibile. Ma in Italia, andrebbe ottimizzata innanzitutto la capacità di intercettare i materiali in plastica a ciclo di vita corto – come gli imballaggi – che ancora sfuggono, nella maggior parte dei casi, alla rete del recupero. In più, c’è la questione delle tutele in materia di eco-reati: quali materiali possono essere effettivamente riciclati e utilizzati in cantiere? In quali casi, invece, la produzione di eco-asfalto potrebbe essere utilizzata come schermo per mascherare un’attività illecita di smaltimento dei rifiuti? Insomma, la matassa normativa va indubbiamente dipanata. Nel frattempo, nel nostro Paese, è ancora lunga la via che porta a strade realizzate in pellet polimerici.

Read more...
Subscribe to this RSS feed

logo IC

CALCESTRUZZI IRPINI SPA
Via Pianodardine, 19 - 83100 Avellino | +39 0825 626574 | info@irpiniacalcestruzzi.it
Cap. soc. Euro 6.732.000,00 i.v. | Reg. Imp. AV 05612950633 REA AV 102028 | Partita IVA 02036890644 Codice fiscale 0561295063

HOME | DOWNLOAD | SCARICA LA BROCHURE | PRIVACY